Il primo seminario d’introduzione all’agricoltura Biodinamica ha avuto luogo a Petacciato (CB) in “Fattoria Di Vaira” dal 28 novembre al 3 dicembre 2016.
Durante la settimana si sono susseguiti due oratori: per i primi tre giorni Martin Von Mackensen, agricoltore biodinamico, responsabile dell’azienda agricola Dottenfelderhof in Germania); negli ultimi tre giorni, invece, il docente è stato Carlo Triarico, Presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica.
Come prima cosa, Martin ci ha sottolineato l’importanza delle domande nel lavoro, in quanto un individuo può crescere solo ascoltando e condividendo le domande che gli sorgono durante il lavoro pratico. Successivamente, ha inquadrato la situazione storica in cui questo corso si colloca.

L’agricoltura convenzionale intensiva non è più sostenibile per il pianeta, dato che prevede il consumo di sostanze di sintesi (spesso tossiche) con un grande spreco di risorse ed energie (spesso inquinanti, come il petrolio), per ottenere produzioni estremamente forzate e non armoniche sia per la pianta che per l’animale. L’agricoltura convenzionale ha strategie e interventi che vanno contro le “forze” di cui la natura ci fa dono e distrugge la biodiversità degli ecosistemi, oltretutto rinunciando a molte qualità nutrizionali nel suo significato più ampio, in nome di una logica puramente economica/imprenditoriale.
L’agricoltura biodinamica risulta quindi una scelta fondamentale ed intelligente se si vuole produrre comprendendo ed utilizzando a proprio favore le “forze” della natura provenienti dalla terra e dal cosmo. Per fare ciò è però necessaria una grande preparazione nella conoscenza del mondo, tramite la fisica, la biologia, l’astronomia, l’entomologia, ecc.
Per comprendere la logica di queste “forze”, bisogna innanzitutto far maturare il concetto di terreno da substrato inerte di crescita (solo parte minerale) ad un concetto più evoluto di terreno come essere vivente, la cui cellula elementare è l’humus, ossia sostanza organica digerita e trasformata da funghi e batteri e che possiede una certa vitalità, rispondendo ad esempio all’ambiente rilasciando nutrienti in base alla temperatura.

Carlo Triarico ci ha poi spiegato che per nutrire l’essere vivente Terra si può concimare in 4 modalità differenti.

1) Concimazione minerale
Può avvenire tramite la marnatura (aggiunta omeopatica di argilla nel terreno), oppure tramite le lavorazioni del suolo, le quali apportano ossigeno, creano macro-porosità, rompono l’eventuale soletta permettendo una comunicazione tra la parte più profonda e quella superficiale. La concimazione minerale fa insediare l’acqua nelle fessure, favorisce la mineralizzazione della sostanza organica, ecc.

2) Concimazione vegetale
E’ un apporto di sostanza organica diretto o tramite un sovescio che lavori in terreno con le radici (es. fittonanti) e che lo lasci arricchito di nutrienti (es. leguminose).

3) Concimazione animale
Utilizzo del letame (sostanza organica che ha già iniziato un processo di trasformazione) per favorire la microfauna nei terreni, aiutando i microrganismi nel digerire i residui colturali.

4) Concimazione umana
Tramite i preparati biodinamici.

Sarebbe importante che i residui animali e vegetali fossero compostati controllando: il rapporto carbonio azoto (C/N, 12/1 è ottimale), l’ossigenazione, la fermentazione, la carica batterica ed evitando asfissie in modo da velocizzare i tempi d’umificazione.
I preparati biodinamici sono 8 e mentre i primi 2 hanno rispettivamente la funzione di facilitare l’umificazione della sostanza organica e la fotosintesi delle piante, gli altri 6 vanno inoculati nel cumulo e precisamente sono:
501: Cornoletame
501: Cornosilice
502: Achillea
503: Camomilla
504: Ortica
505: Quercia
506: Tarassaco
507 :Valeriana

Abbiamo infine approfondito l’organismo agricolo. Ogni azienda è un organismo, ossia un essere vivente con più parti in relazione tra esse. Ogni organismo ha una pelle che divide l’interno dall’esterno; la comunicazione all’interno dell’organismo è fisiologica, all’esterno è animica (pensieri, emozioni, volontà, odori ecc.).

Gli organismi agricoli sono composti da quattro parti fondamentali:
• Parte Fisica: minerali, humus, clima, luce, temperatura, ossigeno, umidità, aria ecc.
• Parte Vegetale: piante selvatiche o coltivate (ravvivano il mondo fisico, alimentano le persone e gli animali.
• Parte Animale: insetti, animali selvatici e/o addomesticati (ogni animale è incaricato di svolgere un ruolo od una connessione ben specifica es.: api bottinano i fiori e li impollinano.)
• Parte Umana: fonte di organizzazione dell’organismo.

Per migliorare la parte fisica è necessario lavorare il terreno, cercando di capire qual è lo strumento più adatto. Per fare ciò è importante osservare i più piccoli dettagli e capire qual è lo strumento che faccia il lavoro migliore.
Ad accompagnarci nel seminario c’è stato anche un artista-agricoltore, Remo Bova, con il quale ogni giorno abbiamo fatto esercizi per sperimentare visivamente la crescita della pianta nello spazio.
E’ stato un seminario molto interessante, che ci ha lasciato molte domande e stimoli da approfondire nella teoria e nella pratica di questo nuovo percorso.

 

Filippo Rossi

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