Il nostro settimo seminario di agricoltura biodinamica si è svolto dal 19 al 24 marzo 2018 presso l’azienda agricola Dottenfelderhof a Bad Vibel in Germania e ha avuto come tema “l’allevamento in agricoltura biodinamica”. Quale posto migliore di questo per affrontare questo importantissimo argomento! Martin von Mackensen, responsabile dell’azienda, ci ha accompagnato in modo esemplare durante tutta la settimana.
Il primo giorno abbiamo avuto una panoramica dell’azienda agricola, formata da 200 ettari di terreni coltivati (20 ettari ad ortaggi ed il resto a seminativi e foraggere), allevamento di vacche da latte, suini, galline ovaiole e cavalli da tiro.

Come prima cosa ci sono stati elencati i punti cardinali per chi vuole allevare animali seguendo la pratica biodinamica, quali:
• creare il contesto/ambiente migliore per l’animale;
• alimentazione;
• salute;
• selezione genetica;
• orientamento spirituale.

È fondamentale che un buon allevatore, che voglia seguire l’agricoltura biodinamica, abbia ben chiari questi 5 punti.

Per quanto riguarda il contesto, è di vitale importanza ed obbligatorio creare il luogo adatto per far sì che l’animale allevato possa esprimere al meglio il suo comportamento naturale. Per far questo l’uomo DEVE avvicinarsi all’animale, conoscerlo, studiarlo e capirlo fino al suo essere spirituale, solo così potrà creare l’ambiente adatto.

L’alimentazione viene subito dopo, ma non per questo è meno importante. Lo studio della razione alimentare deve partire dallo studio approfondito dell’alimentazione che l’animale ha in natura, prendendo in considerazione anche l’approccio comportamentale e sentimentale che ha verso il cibo; bisogna cercare di fornirgli gli alimenti adatti, non provare ad adattare lo stesso agli alimenti. Quindi, bisogna creare una razione che ha come primo obiettivo il benessere e non la produzione, tenendo presente che il secondo fattore è direttamente proporzionale al primo.

La salute è stata messa come terzo punto perché conseguenza diretta dei primi due. Anche qui, entra in gioco con un ruolo fondamentale l’uomo, che dopo aver capito ed interiorizzato i primi due punti, ha la capacità di sentire se i suoi animali godono di buona salute oppure no. E dico “sentire” perché, se ha svolto bene i suoi compiti, non gli serviranno gli occhi per capire se un animale ha bisogno di cure.

La selezione genetica è il quarto punto, per ricordare all’allevatore che ha nelle sue mani il futuro dell’animale. L’uomo deve capire che un errore di valutazione sulla selezione dei suoi animali nel corso degli anni può essere disastroso, portando anche alla perdita totale di una linea genetica. Quindi deve farsi carico di questo fardello e lavorerà con l’obiettivo di selezione per l’animale e non per sé stesso.

Il quinto ed ultimo punto è un po’ il nocciolo di tutta la questione; io uomo come mi pongo di fronte all’animale? Che atteggiamento ho verso questo essere che da la sua vita per me? A queste domande non segue una spiegazione, bisogna rifletterci sopra e ognuno darà una risposta per sé stesso.

Dopo aver analizzato questi importanti pilastri, nei giorni seguenti Martin ci ha esposto le tecniche di allevamento utilizzate in azienda, dedicando ogni giorno ad un animale diverso. Abbiamo iniziato dai suini, 60 all’ingrasso e 7 scrofe, che vengono alimentati esclusivamente con prodotti aziendali, per la maggior parte scarti di lavorazione degli ortaggi. Siamo passati poi alle vacche, coccolate in ogni momento dal personale di stalla, alimentate solamente a foraggi ruminabili secchi prodotti internamente, senza alcun tipo di concentrato. Le galline, 1400 circa, sono allevate a terra all’aperto, con possibilità di razzolare in spazi ampi ed adeguati. Infine i cavalli, 7 in tutto, allevati egregiamente da uno storico collaboratore del Dottenfelderhof appassionato di questi animali, i quali lo ricambiano dando il loro contributo lavorativo per la coltivazione degli ortaggi.

Il seminario si è poi concluso con un breve accenno all’organizzazione giuridico-economica del Dottenfelderhof, durante il quale Martin ci ha elencato i vari organi che compongono questo organismo:
• settore ricerca e selezione, embrione dal quale è nata l’azienda;
• scuola di agricoltura biodinamica (lambauschule);
• uffici amministrativi;
• allevamento e coltivazioni;
• sezione ortaggi;
• frutteti;
• caseificio;
• panificio;
• negozio e mercati;
• sezione mensa (per i dipendenti);
• accoglienza scolaresche esterne.

In totale, 148 persone vivono l’azienda, dedicandosi anima e corpo a queste numerose attività. Questi numeri fanno capire la particolare aria di serenità e collaborazione che si respira in questo luogo.
Giunti alla fine di questa bellissima ed intensa settimana è d’obbligo per me ringraziare, a nome di tutti i partecipanti, la persona che con un enorme lavoro di traduzione ha permesso a noi di capire perfettamente per tutta la settimana quello che i relatori di lingua tedesca ci hanno voluto trasmettere, l’euritmista Tina Iacobaccio. Un grazie va poi anche a Martin che ci ha trasmesso un po’ del suo sapere e della sua passione ed infine al Dottenfelderhof per averci ospitato.

 

Luca Pesenti

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